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Immagine del redattoreNicola Maurantonio

Bill Gates e le profezie sulla pandemia.

Dal 2015 aveva già predetto l'arrivo della pandemia.


nel 2015, Bill Gates, durante il TED Talk, aveva "predetto" il Coronavirus: "Non sarà una guerra nei prossimi decenni a causare un alto numero di morti. Presto lo farà qualche virus estremamente contagioso." Qualche mese fa aveva detto: "L'unico vaccino che potrà richiedere la licenza di emergenza a fine ottobre sarà quello prodotto da Pfizer". Entrambe le previsioni sono più o meno azzeccate. Su questa pandemia invece ha profetizzato: "Se i vaccini saranno efficaci, il prossimo anno fermeremo il numero dei morti e nel 2022 ne saremo fuori".


La prossima pandemia

Ora il co-fondatore di Microsoft ha fatto un'altra previsione in un podcast: "Quella di Coronavirus non sarà certo l'ultima pandemia. Ce ne saranno altre. La prossima potrebbe arrivare tra 20 anni. Lo spero, anche se potrebbe anche essere prima," anche se non ha escluso uno scenario simile a breve termine, che potrebbe avvenire entro tre anni secondo una visione più pessimistica della situazione. Bill Gates però ha sottolineato: "La prossima pandemia avrà un impatto meno distruttivo grazie a quello che avremo imparato con questa. Saremo in grado di fare test e mettere in quarantena le persone in modo più veloce. Non saremo stupidi una seconda volta come lo siamo stati in questa".

L'invito di Gates quindi è quello di non farci trovare impreparati.

In questi anni dobbiamo continuare a tenere alta la guardia, intensificare le risorse sanitarie, continuare ad utilizzare le misure di protezione ed effettuare la disinfezione di quelle aree ad alta densità di passaggio come mezzi di trasporto, centri commerciali, aeroporti, ospedali ma anche farmacie, studi medici, case di riposo etc.


Ecco i cambiamenti principali delle nostre vite

Gates ha ipotizzato i sei principali cambiamenti a cui andremo incontro. Innanzitutto, le persone andranno meno in ufficio, faranno meno viaggi, studieranno da remoto, e utilizzeranno videochiamate col proprio medico. Secondo importante cambiamento: i software, a volte un po' difettosi, che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia si evolveranno velocemente. Terzo cambiamento: lo smartworking permetterà di ridefinire la vita urbana, il che significa meno città affollate, meno spese di trasposto e alloggio per i lavoratori. Quarto cambiamento, che riguarda invece la sfera della socialità: meno contatti sul lavoro possono incentivare quelli con la propria comunità d'appartenenza con maggiore energia a disposizione.



Torneremo alla normalità pre-Covid? No, secondo Bill Gates

Poi, la domanda che tutti si pongono: torneremo alla "normalità"? Secondo Bill Gates no: difficilmente torneremo alla vita pre-Covid, continueremo a temere dei rischi e ad essere più attenti ai nostri comportamenti. Sesto e ultimo cambiamento: nel caso ci fosse una nuova crisi sanitaria, non sarà come il Covid-19, perché, nel caso, saremmo più preparati. Ma a che titolo il fondatore di Microsoft afferma queste cose? Dopotutto è stato proprio Gates a dettare le mosse a livello mondiale per contrastare la pandemia, sin dall'inizio. Con la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ritirare formalmente gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, dando seguito alle minacce all’agenzia dell’Onu per la scarsa risposta al coronavirus, il più importante finanziatore mondiale dell’Oms diventa la Fondazione di Bill Gates e di sua moglie Melinda, che fino all’anno scorso elargiva finanziamenti all’agenzia dell’Onu pari al 10% del suo budget complessivo. Se non si riformerà l’Organizzazione mondiale della sanità, come avevano peraltro chiesto gli Stati Uniti, infatti, l’influenza di Bill Gates e della sua fondazione sarà enorme.

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