Cambia ancora la percentuale del credito di imposta sul bonus sanificazione e dpi.
Nel decreto Cura Italia di marzo 2020, era stato annunciato che i soggetti esercenti di attività di impresa, arte e professione veniva riconosciuto, per il periodo 2020, UN CREDITO D’IMPOSTA nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro fino ad un massimo di € 20.000,00. Successivamente, con il decreto Rilancio di luglio 2020 veniva annunciata la maggiorazione del credito d'imposta in misura pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 fino ad un massimo di € 60.000. L'11 settembre, in seguito alle numerose richieste e agli scarsi fondi disponibili, con provvedimento dell'Agenzia delle Entrate, il credito effettivo viene ridotto al 9,3%.
A mettere una toppa sul bonus sanificazione e dpi, estremamente ridotto rispetto alle aspettative, arriva la legge di conversione del Decreto Agosto, approvata il 12 ottobre 2020 in via definitiva.
Nel testo originario si aggiunge un nuovo comma all’articolo 31, il comma 4 ter:
“Al fine di rafforzare le misure dirette alla sanificazione degli ambienti di lavoro, le risorse destinate al credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione di cui all’articolo 125 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, sono incrementate di 403 milioni di euro per l’anno 2020. Le suddette risorse aggiuntive sono distribuite tra i soggetti già individuati in applicazione del provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate di cui al citato articolo 125, comma 4, del decreto-legge n. 34 del 2020, secondo i criteri e le modalità ivi previsti”.
Il bonus è sempre rivolto a tutti coloro che hanno presentato domanda entro la scadenza del 7 settembre 2020 ma la somma totale da dividere si triplica e di conseguenza si triplica anche la percentuale del credito di imposta.
Quindi ai contribuenti che ne hanno fatto regolare richiesta nei tempi previsti non spetta più il 9,3% ma circa il 28,3% delle spese sostenute, entro il limite dei 60.000 euro.
Si chiude definitivamente (speriamo) una altalenante situazione che ha creato non poche perplessità in chi ha presentato le domande di rimborso e tra gli operatori del settore.
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